domenica 18 marzo 2012

ACUSTICA E PSICOACUSTICA 2

PERCEZIONE UDITIVA

Arrivati ad analizzare pienamente la frequenza e il suo sviluppo, veniamo a conoscere meglio quell’apparato che ci permette di fare questo mestiere e che comunque utilizziamo tutti i giorni, cioè l’orecchio, e più precisamente il nostro udito. Il range di frequenze che noi possediamo, e quindi di suoni o vibrazioni delle particelle d’aria al secondo, che riusciamo a percepire non è molto vasto se paragonato a quello di altri esseri viventi, ma abbastanza per poterci capire tra di noi attraverso il parlato.

Il nostro orecchio è in grado di percepire da 20 Hz a 20.000 Hz, ( valori stabiliti analizzando una media di persone, anche se molte non arrivano a superare i 16.000 Hz, e altre riescono a scendere fino a 16 Hz ). Frequenze al di sotto dei 20 Hz e quindi non percepite dall’orecchio umano prendono il nome di frequenze subsoniche o infrasoniche, mentre frequenze sopra ai 20.000 Hz prendono il nome di frequenze ultrasoniche.

A livello pratico di lavoro per un tecnico del suono, il problema sta nel fatto che, se abbiamo bisogno di agire sul comportamento di queste frequenze al fine di migliorarne l’intelligibilità ( es. modificare la tonalità di una voce ), andare a lavorare su ogni singola frequenza sarebbe da “pazzi” e tecnicamente impossibile ( se pur con la tecnologia di oggi ci si puo avvicinare ). Quindi per assicurare una maggiore gestibilità, questo ampio intervallo, è stato convenzionalmente diviso in bande, ognuna contenenti un certo numero di frequenze; e anche gli strumenti di correzzione delle frequenze ragionano in questo modo.

Le bande di valore possono essere di vario tipo :

1.      Bande in ottava ( lo spettro sonoro udibile diviso in 11 bande )
2.      Bande a terzi d’ottava ( lo spettro sonoro udibile diviso in 31 bande )

Uno spettro sonoro ad ottave è :

16-31,5–63-125-250-500-1000-2000-4000-8000-16000 Hz

Quindi se ad esempio vogliamo rendere la voce più  intelliggibile durante una riproduzione musicale, andremo ad agire sull'ottava che va da e 4000 a 8000 hz, e tutte le frequenze intermedie quindi da 4001 fino a 7999 subiranno la medesima variazione perchè inglobate nell'ottava. Per agire con risoluzioni più fini, quindi su frequenze più mirate al nostro scopo ed evitare di alterare frequenze che non hanno bisogno di variazioni, si utilizza lo spettro a terzi d'ottava.

Uno spettro a terzi d’ottava:

16–20–25–31,5–40–50–63–80–100–125–160–200–250-315-400-500-630-800
1000-1250-1600-2000-2500-3150-4000-5000-6300-8000-10000-12500-16000 Hz

Queste sono generalmente le divisioni in bande, ma si posso trovare anche valori più precisi come 1/6 d’ottava, 1/12 d’ottava, 1/24 d’ottava. ( a livello di componentistica hardware, si arriva al massimo al 1/3 d’ottava, valori con maggiore risoluzione, li troviamo nei software di analisi acustica ).
1 Khz è detto frequenza di centrobanda. Questo perché nella divisone in bande delle frequenza percepite, si trova in mezzo, in realtà, è stato studiato che la frequenza di centro banda, cosi come è percepita, si presenta a 1013 Hz. Essendo però un valore non unitario, e non quantificabile nei sistemi di misurazione e controllo, viene preso per difetto1 Khz.

INVILUPPO

Prima di affrontare un nuovo argomento dell’acustica, è bene chiarire un altro aspetto fondamentale, che è quello dell’inviluppo .                                                                                                                                  L’inviluppo non è altro che l’andamento nel tempo del timbro di un suono. In pratica quando sentiamo una voce, capiamo che quello strumento è una voce, perché riconosciamo l’inviluppo.
L’inviluppo ha ad es. la forma che si vede in figura.
Ampiezza


Se la voce avesse un inviluppo come quello di un pianoforte, quando si parla, sembrerebbe che stia suonando un pianoforte. Esistono anche strumenti come il vocoder che riescono a generare ciò, inserendo in un apposito ingresso la propria voce e, in un altro l’inviluppo di uno strumento, miscelandosi si crea poi questo effetto.

L'inviluppo è detto anche ADSR ( attack – decay – sustain – release ), proprio perché segue sempre questo andamento temporale. Ci possono essere strumenti che hanno più duraturo un tipo dei 4 rispetto ad altri. Es. una cassa di batteria ha un’attacco veloce, un decadimento abbastanza veloce ( dipende sempre dall’accordatura e dalla risonanza), un sustain pressochè nullo, e un rilascio che dipende appunto dalla risonanza dello strumento stesso. Una voce invece ha un ‘ADSR che viene gestito dal cantante stesso e quindi può assumere varie forme. Comunque è bene sapere che quando si agisce sugli strumenti con appositi sistemi di correzzione del suono come ( equalizzatori, compressori, gate, expander ), è bene conoscere l’inviluppo dello strumento stesso al fine di tararli nel miglior modo possibile. Ma ovviamente come tutti sappiamo, il giudice ultimo che ci dice se il suono è buono o cattivo è il nostro orecchio, e quindi questa è solo un’indicazione che può essere utilizzata a livello correttivo, ma a livello creativo si può fare di tutto.  

IL DECIBEL                          
                                           
Cominciamo allora a parlare di un nuovo argomento che riguarda il volume, e cio è quello che noi sentiamo quando ascoltiamo un qualsiasi programma musicale. Noi sentiamo perché, come visto precedentemente nell’atmosfera, ci sono molecole che vibrando creando una pressione. Più questa pressione è alta, quindi più le molecole vibrano veloci e più noi sentiamo “forte” . la pressione si misura in Pascal. 1 Pa = 1 N/m2 

Pressione Sonora

Il suono più basso percepibile, è una minima variazione di pressione rispetto al valore della pressione atmosferica e quindi di 2*10-5Pa ( calcolato ad 1 Khz ),  questo per studi fatti può considerarsi il minimo valore percepito dal nostro orecchio come volume, variazioni inferiori non vengono percepite, e quindi vi sarà il silenzio. Quando si ha un’aumento della variazione di pressione, si avrà anche un aumento del volume percepito, il nostro orecchio però ha un limite, oltre il quale si hanno danni permanenti all’udito. Questo limite generalmente è di 60 - 63 Pa.
Quindi la pressione sonora, non è altro che una misura indicativa a quale variazione di pressione corrisponde un certo livello di percezione di volume del suono.

Livelli di Pressione Sonora

Con il passare degli anni, ci si accorse che, dovendo calcolare e stabilire valori, sull’attenuazione del segnale audio nelle linee telefoniche, non si potevano usare cosi tante variabili numeriche, che ci avrebbero confuso solo le idee. Quindi si adotto una misura su scala logaritmica, a differenza della precedente lineare. Si adotto perciò un’unita di misura e la si chiamò BELL ( derivata dal suo scopritore ). Si pose come 0 il minimo volume e cioè la minima variazione di pressione atmosferica (2*10-5Pa) e via di seguito seguendo una scala logaritmica fino al massimo valore da noi sopportato prima del dolore.
Ci si accorse poi con l’evoluzione della tecnologia, che il bell aveva comunque divisioni troppo grandi e allora si introdusse una nuova unità di misura ancora tutt’oggi utilizzata.        
                                                
Il DECIBEL = 1/10 di bell

Il decibel ( dB ) della pressione sonora, può essere calcolato : 
10 log ( p2 / p02 ) = 20 log ( p/p0

dove log10 è il logaritmo di divisione delle pressioni in base 10, p è la pressione rilevata, p0 è la pressione di riferimento, e cioè la minima variazione di pressione percepita ( 2*10-5 ).

Qui di seguito viene proposta una tabella che indica i valori di pressione convertiti in Decibel:

Pressione sonora ( Pa )
Livello pressione sonora ( dB ) *
63
130
20
120
6,3
110
2
100
6,3*10-1
90
2*10-1
80
6,3*10-2
70
2*10-2
60
6,3*10-3
50
2*10-3
40
6,3*10-4
30
2*10-4
20
6,3*10-5
10
2*10-5
0
Quando si parla di pressioni si indica sempre il pascal, quando si aggiunge “livelli” si intendono i db. 

In riassunto il nostro range uditivo a livello di pressione sonora SPL 
(sound pressure level ) va da 0 dB ( soglia dell’udito ) a 120 o 130 dB ( soglia del dolore ).

Da questa tabella si deduce come raddoppiando la pressione sonora, non si ha come si potrebbe pensare un raddoppio del livello di volume percepito ma un relativo incremento, pari a 6 dB.

es. una pressione sonora di 2 pascal avrà un livello di :

20 log ( 2 / 2*10-5 ) = 100 dB

Raddoppiando :

20 log ( 4 / 2*10-5 ) = 106 dB

Tramite studi effettuati si è arrivati a capire che, quando si ha un incremento di 10 db del livello di pressione sonora, si ha la sensazione di un raddoppio del volume percepito.
Un altro aspetto che riguarda il decibel è l’ intensità sonora ( espressa in W/m2. watt su metro quadro), da non confondere con la pressione sonora, in quanto la pressione sonora è l’energia a livello di suono che sentiamo in un punto, mentre l’intensità sonora è l’energia a livello di suono che è in una certa area.
L’intensità sonora si calcola :  I = W/S  (  W/m2 ), dove I sta per intensità, 
W sta per potenza sonora, S sta per superficie ( m2 ) irradiata dal suono.

Da qui si nota che l’intensità sonora viene trovata attraverso la potenza sonora su una determinata superficie. Mentre la pressione sonora è su un determinato punto, e quindi non sarebbe utile per ricavare questo tipo di dato.

Per trovare il relativo valore in dB : LI ( livello intensità ) = 10 log I / I0              dove I è l’intensità trovata e I 0 l’intensità di riferimento.   I0 = 10-12  W/m2
Ipotizzando di avere un’altoparlante che in un dato momento irradia 1 W di potenza sonora su 5 m2 di superficie avremo che : 

I = 1 /  5 =  0,20 W / m2   

Il corrispettivo valore in dB sarà : 

LI = 10 log ( 0,20 / 10-12 ) = 113 dB ( irradiati su una superficie di 5 m2 )

Proviamo allora a raddoppiare l’intensità :

I = 2 / 5 = 0,40 W / m2

Il corrispettivo valore in dB sarà :

LI = 10 log ( 0,40 / 10-12 ) = 116 dB ( irradiati su una superficie di 5 m2 )

A questo punto è chiaro che raddoppiando l’intensità si otterranno 3 dB di aumento e non il raddoppio matematico come si poteva pensare.

Esiste poi anche la potenza sonora ( espressa in W ), che è in pratica l’energia a livello di potenza che l’altoparlante sfrutta per il suo movimento da quella che noi diamo a livello elettrico. In genere è 1/100. Es. se noi diamo 100 watt a livello elettrico, l’altoparlante sfrutterà a livello acustico 1 watt di quei 100.

La potenza, per trovare il relativo valore in decibel, si calcola :

10 log ( W/W0)    dove W è la potenza calcolata e W0 è la potenza sonora di riferimento e cio è 10-12

Da questa formula si capisce come anche un solo watt di potenza possa generare una notevole pressione sonora.   
LW ( potenza sonora ) = 10 log ( 1 / 1*10-12 ) =  120 dB

Questo però è un caso puramente ideale, in quanto se analizziamo un’altoparlante o, più semplicemente ci fidiamo delle caratteristiche tecniche dichiarate dal costruttore, notiamo che con 1 watt di potenza l’altoparlante non genera mai più di 110 - 115 dB, anche misurandolo il più vicino possibile, questo perché come abbiamo visto, l’energia del watt viene persa lungo il percorso che parte dai morsetti dell’altoparlante fino alla sua traduzione in energia acustica, questo aspetto verrà poi spiegato più approfonditamente in “ altoparlanti “.

Prendendo comunque un caso ideale come quello di prima, se andiamo a raddoppiare la potenza avremo che:
LW = 10 log ( 2 /  1*10-12 ) = 123 dB

Si nota che raddoppiando due valori identici di potenze sonore avremo 3 dB di guadagno.

SOMMA TRA LIVELLI

In un contesto reale però non si hanno mai singoli suoni, ma più sorgenti che emettono ognuna un proprio volume sia esso suono o rumore, e che si va a sommare fino ad arrivare al nostro sistema uditivo. Per questo, le formule viste precedentemente sono puramente scientifiche e non utili ad identificare i volumi di suono che ci circodando nella vita di tutti i giorni.
Per questo motivo si ricorre a formule più specifiche, date dalla somma di singoli livelli.

Per sommare livelli di pressione sonora e trovarne le risultanti, esistono delle formule specifiche :

Ln = 20 log [ 10l1/20 + 10l2/20 + …..10ln/20 ] dB

Sostituendo i valori considerando due pressioni da 100 dB.

Ln = 20 log [ 10100/20 + 10100/20 ] = 106 dB

Se considero tre pressioni sonore :

Ln = 20 log [ 10100/20 + 10100/20 + 10100/20 ] = 109 dB

Da queste formule ribadisco, si intuisce che quando sommiamo due valori in dB non si genera un valore doppio ma si rispetta sempre una scala logaritmica. E cioè un incremento di 6 dB.

Per sommare livelli di potenza o intensità sonora e trovarne le risultanti, esiste una formula specifica :

Ln = 10 log [ 10l1/10 + 10l2/10 + …..10ln/10 ] dB

Es. Se ho due potenze sonore di 100 dB da sommare :
 
Ln = 10 log [ 10100/10 + 10100/10 ] = 103 dB

In Conclusione possiamo dire che il dB, lo si può ricavare come abbiamo visto da pressioni, da potenze, ma anche da tensioni, correnti, ecc….., allora se noi ad es. ricaviamo un valore in dB da una pressione, dovremo sommarlo al valore in dB ricavato da un’altra pressione. Non si può calcolare erroneamente dB derivati da pressioni con dB derivati da potenze o tensioni, in quanto sono forme fisiche differenti che nella realtà non si sommano fra loro.
Quindi il punto fondamentale su come sommare correttamente e realmente due dB è che siano della stessa forma fisica.  

Qui di seguito viene proposta una tabella riassuntiva sugli incrementi in dB :



LIVELLO DI ARMONICHE:

Facciamo un passo indietro, ora che conosciamo il significato del Decibel, possiamo definire più chiaramente ciò che è la distorsione armonica ( THD % ), infatti da essa è possibile ricavarne il relativo valore in decibel, per verificare il reale valore di contributo distorto introdotto nei nostri strumenti di lavoro.

Ritornando all’esempio di un massimo valore accettabile di distorsione per gli altoparlanti del 1, ma anche 3%, consideriamo il massimo valore non distorto dell’altoparlante a 0 dB, se la distorsione introdotta è del 3 %, per rilevarne il valore udito, dovremo tenere conto della pressione sonora, in quanto è quella che sentiamo quando l’altoparlante comincia a vibrare, quindi avremo che:

THD dB = 20 log ( THD % / 100 ) = 20 log ( 3 / 100 ) =  - 30 dB

Quindi la nostra distorsione, avrà un valore di 30 dB inferiore al suono naturale del segnale audio riprodotto, questo negli altoparlanti è accettabile, in quanto per la nostra percezione bastano 25 dB di differenza per mascherare completamente un suono rispetto ad un altro, anche se adesso si è arrivati anche a valori dell’1 %, quindi ancora più qualitativi, ( - 40 dB ).

Nel caso degli amplificatori invece, la distorsione, non ragiona più in segnale acustico, ma in segnale elettrico, per cui 30 dB di differenza, una volta che il segnale elettrico viene trasformato in acustico insieme alla distorsione introdotta dall’amplificatore, è chiaramente udibile. 
Infatti i valori ottimale di distorsione si aggirano attorno a 0,1 – 0,01 % che come vedremo dipendono fortemente dalla potenza erogata e dalla resistenza elettrica introdotta.
Per calcolare il livello di distorsione a livello elettrico di un amplificatore, si tiene conto della potenza :

THD dB = 10 log ( THD / 100 )
DAVIDE RUIBA ( Sound Engineer ) 

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