giovedì 22 marzo 2012

ACUSTICA E PSICOACUSTICA 3


CURVE ISOFONICHE

Torniamo al nostro orecchio e a quello che sente, si è scoperto, tramite studi fatti su una media di persone, che la sensibilità non è uguale a tutte le frequenze, cio è a pari livello di intensità, alcune frequenze le udiamo più forti di volume e altre più deboli. Qui di seguito viene riportato un grafico del livello di sensazione sonora delle frequenze in funzione dei decibel. Chiamato anche curve isofoniche. Scoperte da Fletcher e Munson poi revisionate dagli Standard Internazionali ISO. Questi grafici vengono creati tenendo come punti di riferimento il valore in dB di sensibilità ottenuto ad 1 Khz e, si aumentano o diminuiscono tutti gli altri valori finche non si ottiene la stessa sensibilità uditiva su tutte le frequenze.
 

Curve Isofoniche Fletcher & Munson ( 1937 )



Curve isofoniche ISO220, di Robinson e dudson ( 1956 )

Il valore indicato con MAF ( minimum audible field ), è il minimo valore percepito dall’orecchio.



 
Curve isofoniche ISO220 -2003 e valori in dB

Per dare un’unità di misura ad ogni curva è stato scelto il PHON es. 10 phon indicano che la curva a come valore di riferimento 1 Khz a 10 dB. Ecc…

Queste curve però pur quanto precise siano, sono determinate in sala anecoica, a toni puri, e quindi non tengono conto né di suoni prodotti in ambienti reali e quindi il tempo di riverbero e le relative interferenze dovute alle riflessioni, né di più frequenze simultanee a simulare un reale evento sonoro. Si è comunque cercato di provare a stabilire questo tipo di curve più realistiche ma con scarsi risultati.

Esiste poi un’altra unità di misura quasi mai utilizzata, che è il SON, in pratica 1 son equivale a 10 phon dalla curva dei 40 phon in su, mentre a valori più bassi risulteranno unità negative.
Infatti il SON è legato al PHON secondo questa legge:     

( phon – 40 ) / 10

Il Son è più che altro una semplificazione numerica del PHON.

Dai grafici si nota bene come la sensibilità alle frequenze basse sia molto carente rispetto alle medio-alte es. intorno ai 3000-4000 Hz, dove abbiamo la massima sensibilità, proprio perché queste frequenze coincidono con la risonanza del nostro condotto uditivo, per questo vengono percepite maggiormente. 

Più aumentiamo la frequenza e più notiamo una perdita nuovamente di sensibilità fino ai 16.000 o anche 20.000 Hz, a seconda dell’individuo preso in esame. Questo perché il nostro orecchio fa fatica a percepire cosi tante variazioni di cicli al secondo. 

Più ci allontaniamo da una sorgente sonora, e più sentiremo decadere prima le frequenze basse rispetto a quelle alte per gli stessi motivi di scarsa sensibilità agli estremi della banda percepibile. Per avere una sensibilità uguale ad esempio, bisogna boostare e quindi aumentare la sensibilità sulle frequenze basse attraverso l’ausilio di equalizzatori o, un numero maggiore di altoparlanti che riproducano basse frequenze, o ancora meglio una potenza maggiore sull’altoparlante che riproduce basse frequenze rispetto ad uno che riproduce le alte.

Dalle stesse tabelle si capisce come oltre la frequenza anche variando la pressione sonora ci siano differenti valori di percezione. Infatti la curva a 100 Phon presenta una risposta percettiva più lineare rispetto ad esempio a 40 Phon. Quindi tanto maggiore sarà il volume sonoro e più lineare sarà la percezione delle frequenze.

CURVE DI PONDERAZIONE

Sono state poi create delle curve dette curve di ponderazione che non sono altro che i valori delle curve isofoniche rovesciati. Tali curve vengono sfruttate su strumenti di misura, come correzione su di un segnale rilevato dall’apposito microfono ad esempio il fonometro. Enfatizzando o Attenuando più o meno tensione a certe frequenze rispetto ad altre a seconda della curva, si cerca di ottenere una risposta visiva grafica che ci dia informazione di come risponde il nostro orecchio a quel determinato suono percepito, cosi da poterlo correggere nel migliore dei modi se necessario. Quindi in poche parole, e come si vedrà più avanti in dettaglio, attraverso il Fonometro si può impostare una determinata curva di ponderazione, tale per cui il segnale trasdotto dal microfono che riprende quel determinato suono, subirà correzioni sulla risposta in frequenza fino a simularne una percezione umana e dare a noi informazioni grafiche sullo spettro in frequenza rilevato, cosi eventualmente da poterlo gestire e correggere attraverso appositi strumenti correttivi, come equalizzatori, al fine di migliorare la qualità di quel tipo di suono.

Non potendo identificare la risposta a qualsiasi valore di intensità, in quanto pressoché infinita, ci si è limitati a creare curve generiche. Alle curve di ponderazione vengono assegnate delle lettere di identificazione come A, B, C. ( le curve più utilizzate ).

 
 
La curva A è la rappresentazione generale del livello di sensazione sonora a 40 PHON . Viene sempre utilizzata come correzzione su appositi strumenti di misura come definito prima, i fonometri ( strumento che rileva la pressione sonora ), al fine di stabilire più realisticamente i valori di pressione sonora percepiti dal nostro orecchio, (questo perché come vedremo, i microfoni hanno una loro linearità e una loro risposta, che non rispetta quella dell’orecchio), è anche molto utilizzata per stabilire norme sull’inquinamento acustico ad es. come abbiamo visto il limite di “ volume in un concerto “ 95 dBA.


La curva B è la rappresentazione generale del livello di sensazione sonora a 80 PHON. Raramente utilizzata.
La curva C  è la rappresentazione generale del livello di sensazione sonora a 100 PHON.  Generalmente utilizzata per analizzare forti pressioni. 
Anche questa pesatura, è generalmente sempre presente nei fonometri.
Esistono  poi anche le curva D e E, essenzialmente utilizzate per la misura di rumori aeronautici. Fanno parte della famiglia di curva dette curve di ugual fastidio. Invece del PHON come criterio di misura, viene utilizzato il NOY.

“Da queste curve si capisce bene come la legge non sia proprio correttissima, in quanto a volumi di pressione come 90 o 100 dB andrebbe utilizzato un grado di correzzione che segua la curva di ponderazione C e non A come invece si utilizza generalmente. Proprio perché a 100 dB si ha un’andamento percettivo più simile alla curva C “.

Di seguito i valori correttivi numerici in relazione alla frequenza e alla curva utilizzata :
Tabella con curve correttive A, B, C :


 
La ISO ( international standard organization ) a adottato poi una serie di curve denominate curve NR ( noise rating ) o NC ( noise criteria ) ( molto utilizzate nelle sale cinematografiche ), che sono praticamente le curve isofoniche poste in verticale, e vengono utilizzate per valutare il disturbo provocato dai rumori. In pratica esistono materiali assorbenti che seguono questo tipo di andamento. Es. un materiale che ha un NR di 30 significa che segue come assorbimento acustico l’andamento della curva NR 30, quindi quel materiale manterrà all’interno di una sala un rumore di fondo come da NR 30  e costante sarà la percezione del nostro orecchio che rispetterà tale curva ( qulla dei 30 phon se uso un NR 30 ), per vedere il relativo valore in dB, bisogna incrementare il valore NR di 5. Quindi se utilizzo un NR 30 all’interno di una sala cinematografica, avrò un rumore di fondo pari a 30 + 5 = 35 dBA.

Di seguito una tabella indicativa delle curve NR e una sugli ambienti di lavoro in cui tali curve vengono generalmente utilizzate.

 

Esistono delle altre curve che si associano molto spesso a queste, chiamate curve STC , tali curve riguardano l’andamento fonoisolante di un materiale. Con l’esempio del cinema, molto spesso, se si ha bisogno di mantenere un rumore di fondo basso in sala e un buon isolamento acustico contro i rumori provenienti dalle altre sale, ad es. si ha la necessità di isolare 60 dBA e comunque mantenere un rumore di fondo all’interno della sala di 35 dBA ( per dare comunque ambienza e realtà all’ascolto e non renderlo troppo secco e surreale ), quindi un complessivo di 95 dBA. Si dovranno utilizzare materiali assorbenti con NR 30 e un materiale isolante con STC di 95 dBA – 35 dBA = 60 dBA.

Un’ultimo dato è il ( livello sonoro equivalente ) Leq .

Il Leq non è altro che una media dei valori di pressione sonora presi in un certo intervallo di tempo, viene quasi sempre utilizzato per il calcolo dell’inquinamento acustico nell’ambiente e soprattutto nelle strade, anche questo parametro è sempre presente come vedremo nei fonometri.

DAVIDE RUIBA ( Sound Engineer )

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