giovedì 8 marzo 2012

AMBIENTI LAVORATIVI E FIGURE PROFESSIONALI



LIVE

Il live è tutto ciò che si sviluppa in tempo reale, nel campo dell’audio sono tutti quegli eventi ( es. concerti, conferenze, sfilate, cabaret, spettacoli in generale), in cui il tecnico deve svolgere le proprie operazioni in tempo reale, a differenza dello studio dove, pur essendoci diritti e doveri ( es. esigenze di produzione, su tempi di vendita e costi, o, considerando anche situazioni più piccole, la semplice consapevolezza di non far aspettare troppo il cliente, proponendo un lavoro di qualità in poco tempo cosi da far risparmiare anche le piccole tasche del cliente e rimanere in buoni rapporti per ulteriori e futuri progetti ), si ha molto più tempo per sviluppare nel migliore dei modi il proprio compito ( es. mix per cd audio) e rimediare agli errori. 

Nello studio si cerca poi di ottenere il migliore suono possibile che possa essere ascoltato ovunque, al giorno d'oggi con l'aiuto del mastering, questo perché, come si vedrà, ogni sistema di ascolto, in cui prendo dentro tutta la catena audio, dai microfoni , ai cavi, agli amplificatori, e ai diffusori, è differente da un’ altro, in termini di qualità, quantità e sensazione di percezione musicale e risponde in modo differente a seconda dell'ambiente in cui tale suono è diffuso. Mentre nel live si cerca di ottenere il migliore suono possibile per quel contesto ambientale. Quindi il tecnico live rispetto a quello di studio deve essere più rapido nei ragionamenti  e con una maggiore intuizione sempre in breve tempo, per arrivare subito ad una soluzione.
Ad es. la risoluzione di problemi quando essi si manifestano. ( es. rottura di cavi, mal funzionamento o non funzionamento dell’impianto audio ecc. ) oppure gestire in modo rapido “ in tempo reale “, una corretta miscelazione dei volumi durante la performance dei musicisti in un concerto musicale e tutto quello che ne fa a capo, ( check sound, cablare e installare i microfoni, l’impianto ecc.. ). 

Mentre il tecnico da studio dovrà ottenere una maggiore precisione e chiarezza curando tutti i dettagli, per quanto riguarda l’ottenimento di un suono finale il più qualitativo possibile.       

Nel campo musicale, il live riguarda principalmente due aspetti :

1.      Spettacoli all’aperto
2.      Spettacoli al chiuso

Gli spettacoli all’aperto sono quegli eventi in cui il suono viaggia in una vasta area senza confini. Senza barriere che possono riflettere il suono e creare dei comportamenti spesso non voluti alla nostra percezione. Quindi si dice che il suono viaggia in un CAMPO LIBERO ( free field ), che è il fenomeno acustico più semplice da studiare. 
Alcuni esempi di spettacoli all’aperto sono : concerti negli stadi, nelle piazze, nei parchi, comunque in ambienti molto grandi, se pur come si vedrà non ideali in campo reale, in quanto un’ostacolo più o meno lontano sarà sempre presente e pronto a intralciare questo suono incidente, con fenomeni connessi. Un esempio, è il prato o l’asfalto su cui poggiamo generalmente i piedi ai concerti, ma anche muri e barriere, come eventi musicali in piazze.

Gli spettacoli al chiuso invece sono confinati e quindi il suono viene riflesso dalle pareti confinanti, causando variazioni del suono percepito, sia come pressione sonora ( il volume percepito ), sia come spettro in frequenza (tonalità). 
Quindi si dice che il suono viaggia in un CAMPO DIFFUSO ( diffused field ). Fenomeno molto più complesso da studiare. 
Alcuni esempi di spettacoli al chiuso sono: concerti nei palazzetti, conferenze in auditorium, eventi teatrali.

In modo più approfondito, ma anche più complesso da prevedere, ( oggi di aiuto ci vengono molto i software di simulazione acustica ambientale ), esistono altri fenomeni che possono alterare la colorazione del suono, sia in ambienti all’aperto che al chiuso. Questi fenomeni che vedremo poi più approfonditamente sono: Diffrazione, Rifrazione, Trasmissione, Assorbimento dell’aria, ed Interferenze varie.

BREVI CENNI SULLE NORME IN VIGORE:

Nel live come del resto in qualsiasi ambiente dove viene riprodotto un programma musicale, ci sono delle normative da rispettare dettate da delle leggi. Una di queste e forse la più importante è quella stabilità dalla legge quadro sulla massima pressione sonora di un programma musicale nei luoghi di intrattenimento danzante, di pubblico spettacolo e nei pubblici esercizi
( il volume che noi sentiamo ), ( art. n. 215 d.c.p.m 1999 ) come concerti all’aperto o nei locali ( discoteche e pub ), ed è di 95 dBALeq, ( Tale terminologia verrà analizzata più avanti in argomento di acustica, ma vale la pena accennarla già adesso per una migliore comprensione ). 

Il dB indica in questo caso la pressione sonora, quindi il volume percepito, Leq, indica la pressione sonora media in un certo tempo. Per fare qualche paragone, 95 dB o meglio dB SPL ( Sound Pressure Level, per indicare che rappresenta la pressione sonora ), può essere equiparato ad una televisione ad alto volume.
Molto spesso e soprattutto nei grossi eventi, si fa uso di un misuratore di pressione sonora ( FONOMETRO ), che, al massimo potrà indicare 95 dbA. 
( verrà poi spiegato più avanti il concetto di dB, ponderazione A e Leq ). 
Se il valore viene superato in presenza di controlli, possono scattare delle sanzioni. La peggiore è appunto quella dell’interruzione del concerto e di una pesante sanzione. 

Questa stessa normativa dice anche che, il massimo valore ammissibile di pressione sonora è di : 102 dBAmax, ( identificabile come picco in un breve istante di tempo e quindi non più medio come nel caso precedente, ma non ancora certi del suo effettivo valore ). Questi parametri, ancora non molto chiari per quanto riguarda il metodo di misurazione e valutazione, indice del fatto che anche le stesse normative, stese da persone non sempre competenti, sono fonte di dibattito per tecnici e Sound Engineer, identificherebbero i valori massimi di esposizione del nostro orecchio al fine di non arrecare danni permanenti. 

In realtà, questo aspetto ( la risposta dell'orecchio ai suoni percepiti ), è talmente complesso e vario, che una legge univoca non sarebbe adeguata, in quanto esistono tabelle riportate da studi sperimentali, che illustrano la massima pressione sonora sopportabile dal nostro orecchio in relazione al tempo di esposizione, alla frequenza e ai picchi di valore, ( quest’ultimo indica, in termini di tempo, la durata di quel determinato impulso sonoro alla sua massima intensità ). Non potendo comunque stabilire innumerevoli normative di riferimento, si applicano pur erroneamente.

Un’altra normativa interessante, riguarda la massima pressione sonora presente all’interno o presso abitazioni, al fine di non arrecare disturbo ( decreto attuativo legge quadro n.447/1995 )

Abitazione con finestre aperte: di giorno 50 dB ( 6.00 – 22.00 )             
di notte 40 dB ( 22.00 – 6.00 )

Abitazione con finestre chiuse: di giorno 35 dB ( 6.00 – 22.00 )           
di notte 25 dB ( 22.00 – 6.00 )

Anche queste, come prima accennato, sono dibattito di discussioni in quanto stabilite da persone non sempre competenti in materia. Come controparte i fonici e tutti gli esperti in acustica ritengono che queste norme siano troppo rigide, in quanto i valori dettati ( es. 95 dBA ), sono misurati tenedo conto del rumore e non del suono. In pratica il rumore è un segnale continuo, mentre il suono ha una sua dinamica ( cioè varia tra volumi alti e bassi ), e qunidi è meno fastidioso per il nostro orecchio sentire un suono dinamico più che un rumore costante.

Le normative che riguardano i valori massimi ammissibili in abitazioni, sono da considerare a livello nazionale, e possono subire variazioni a seconda della classe di appartenenza di tale luogo, es. se fa parte di un’area protetta, o residenziale oppure industriale. Esistono comunque tabelle identificative di tutte le variazioni ammesse.
Oltre a queste variabili, vi possono essere quelle dettate dal comune stesso in cui verrà svolto l’evento.

FIGURE PROFESSIONALI :

Nel mondo del live, molto più vasto e soprattutto più costoso dello studio, soprattutto per la quantità di materiale utilizzato, pur essendo a volte più scadente di quello in studio, fanno parte numerose figure professionali.

ARTISTA E BAND: elementi su cui si basa l’intero concerto, sono i musicisti. 
A volte l’artista è parte della band e a volte usufruisce di turnisti che lo accompagnano nel concerto. Il tecnico audio assieme ad altre figure professionali come stage manager e road manager, puo dare consigli sulla sistemazione dei musicisti ad es. su di un palco, ma comunque deve sempre rispettare le esigenze e le scelte strumentali del gruppo.

PRODUZIONE : si occupa di organizzare e distribuire ai promoter i concerti, sono una serie di agenzie che contattano i vari musicisti e il vario personale come rental audio, luci, ecc. e tutto il caterimg.

DIRETTORE DI PRODUZIONE : è tramite tra l’agenzia di produzione ed il personale. Prende tutte le decisioni in merito al tour. Spesso è seguito da un’assistente.

TOUR MANAGER : fa le veci del direttore di produzione, è sempre presente ad ogni data del tour.

ROAD MANAGER : assiste i musicisti durante il tour.

TOUR DIRECTOR : direttore artistico del tour.

PRODUCTION MANAGER : è il responsabile del concerto.

STAGE MANAGER : è il responsabile del palco.

PROMOTER : è la persona che acquista il concerto.

ORGANIZZATORE DEL CONCERTO : è la persona che acquista il concerto dal promoter in una data e in un luogo stabilito.

Per i servizi aziendali :

RENTAL COMPANY ( compagnia di noleggio ), è il termine più idoneo per identificare il tipo di servizio offerto dalle aziende di spettacolo che forniscono materiali di vario genere come appunto audio, luci, video. Tali compagnie si sono sviluppate non per vendere il proprio prodotto ad un determinato acquirente, ma, probabilmente incentivato anche dagli elevati prezzi di mercato e dalla stessa produzione, distribuire attrezzature e materiali, invece precedentemente acquistati dall’azienda stessa, a sotto strutture che ne richiedono l’indispensabile utilizzo. In Italia, più per moda che per correttezza, si cade spesso nel nominare queste attività, sotto il falso nome di Service 
( Servizio ), in quanto meno rappresentativo del vero operato di queste aziende.

RENTAL AUDIO : Compagnia che fornisce materiali audio per lo spettacolo, comprensiva tutta la catena audio. Quindi microfoni, cavi, componenti vari, amplificatori e impianto audio, mixer, outboard. Ecc..

RENTAL LUCI : Compagnia che fornisce materiali luci per lo spettacolo, comprensiva tutta la catena luci, quali, strutture americane e impalcature per il loro sostegno, dimmer, mixer luci, fari alogeni, teste mobili, scanner, follow spot ecc…

RENTAL VIDEO : Compagnia che fornisce materiali video per lo spettacolo, comprensiva tutta la catena video, quali, strutture per il sostegno di schermi video, schermi video, video proiettori, schermi a led, ecc…

FULL RENTAL : Compagnia che fornisce materiali audio, luci e video.

Per quanto riguarda il personale audio, si possono identificare le seguenti figure professionali :

FONICO DI SALA : cura l’audio per il pubblico, è la persona che sta difronte al P.A. ( public adress ) ( impianto audio ), è la persona che mixa tutti gli strumenti musicali al fine di renderli più intelleggibili e realistici possibili al pubblico che ascolta. La sua postazione si chiama F.O.H. ( front of house ). 
È anche colui che da indicazioni sul posizionamento dei microfoni e a volte è proprio lui che gestisce il tutto, anche le mandate monitor sul palco quando non è presente il fonico di palco. Per la rispettiva posizione difronte e di comando al P.A. viene spesso anche chiamato in termini inglesi F.O.H. Engineer, e/o soprattutto con termine americanizzato Sound Chief Engineer ( Ingeniere capo del suono ). A volte poi, se il lavoro del fonico di sala è particolarmente impegnativo, esso, può essere accompagnato da un’assistente.

FONICO DI PALCO : cura l’audio per i musicicsti, nelle grandi manifestazioni questa figura è sempre presente. Ha il compito di posizionare e settare correttamente i monitor da palco. Per la sua postazione verso il controllo dell’audio per i musicisti viene anche chiamato con termine inglese Stage Monitor Engineer, e/o americanizzato Sound Crew Chief Engineer ( Capo del suono per l’equipaggio “ i musicisti “ ). 
Alche il fonico di palco, come il fonico di sala, può essere accompagnato da un assistente. Alcuni, ritengono che, il mestiere del fino di palco, sia quasi più complesso di quello del fonico di sala, se pur con meno responsabilità. Si vedrà poi in materia di Tecniche di mixaggio il perché.
Assiste i musicisti durante la loro performance regolando le mandate ausiliare tramite un mixer apposito, chiamato mixer da palco. In pratica, aumenta o cala il volume del relativo strumento scelto dal musicista nel proprio monitor, assieme ad effetti e vari processamenti del segnale audio, creando un mix a parte per ogni musicista.

P.A. MANAGER: è la persona che si occupa del posizionamento e della taratura dell’impianto audio P.A. , è scelto dal rental stesso. È anche chiamato System Engineer o Sistemista se si occupa anche dell’installazione dello stesso. Tale figura, è nata da pochi anni, grazie all’avvento sul mercato dei moderni sistemi line array, che richiedono, come si vedrà in materia di diffusori acustici, l’utilizzo di una figura professionale qualificata, che abbia competenze e conoscenze su come procedere all’installazione, cablaggio e taratura.

SOUND DESIGNER : molto spesso a questa figura puo essere associata quella del consulente. In pratica ( al mondo d’oggi tramite appositi programmi software ), stabilisce quale comportamento dovrà tenere l’impianto audio nel determinato luogo, seguendo un certo principio di installazione. Quindi come il suono dovrà diffondersi nell’ambiente e cioè il più uniforme possibile.

BACKLINER : fanno da supportro ai musicisti, posizionano i microfoni e seguono i musicisti durante la performance. Ad es. devono essere pronti a salire sul palco se un cavo o un microfono si rompe o non funziona più. È colui che cabla l’intero palco, dai collegamenti microfonici ai monitor. È spesso aiutato dal fonico di palco.

ROADIE : sono gli uomini di fiducia dei musicisti, si occupano di accordare gli strumenti e di provare i suoni, e anche di tarare gli amplificatori o accordare pelli della batteria. Possono fare a volte anche il sound check al posto dei musicisti stessi, e anche i backliner.


CENNI STUDIO DI REGISTRAZIONE





Lo studio di registrazione, è quell’ambiente acusticamente tarato, affinché, quando sia emessa una vibrazione sonora, l’ambiente risponda nel migliore dei modi, per permettere al fonico che sta mixando un brano o lavorando su di un file audio, di percepire ogni singolo suono nella sua reale forma senza colorazione, ( indipendente dal punto della sala in cui ci si trovi ad ascoltarlo ), dovute alle riflessioni ambientali, in modo da creare un mix, il più possibile pulito affinché quando poi verrà ascoltato in un qualsiasi altro ambiente, suoni comunque bene, senza troppe colorazioni in più, oltre quelle dell’ambiente stesso in cui verrà ascoltato. 

Per far questo si stabiliscono molti fattori, calcolati e tarati attraverso la scrittura e stessura di progetti, basandosi completamente sul proprio bagaglio culturale e sulla propria esperienza tecnica ( una volta ). Ad oggi invece ci vengono di aiuto, grazie alla tecnologia computerizzata, molti software e programmi acustici, molto più precisi e con un margine di errore ( in riferimento al contesto reale ), relativamente basso. Ovviamente la perfezione, pur complesso sia il programma usato, non è ancora ad oggi raggiunta, e forse mai si raggiungerà. Definire un ambiente acusticamente perfetto, è ancora fantasia, ma molti studi di registrazione di livello professionale, ci arrivano vicino. 

Il tecnico audio di uno studio di registrazione, ha il compito di registrare gli strumenti voluti, nel migliore dei modi e nell’ambiente migliore relativo al quel tipo di sonorità cercata, in modo che, la risposta timbrica dell’ambiente, dia quel contributo in più per definirlo già di partenza un suono di qualità.     
Una volta registrato ogni singolo strumento separatamente dagli altri, in modo da avere solo il suono puro di quello strumento senza i rientri degli altri; anche se a volte come nel caso di registrazioni di musica classica o performance teatrali, è molto utilizzata anche una registrazione nel complesso, e cioè con tutti gli strumenti che suonano insieme. Esistono comunque svariate tecniche che vedremo più avanti.

Il tecnico dovrà poi andare a modificare ( ad oggi tramite software di editing, una volta a mano, attraverso l’ausilio di registratori analogici ), tutti quei parametri non voluti e cioè: mettere a tempo tutti gli strumenti, se ci sono state delle sbavature temporali, correggere i clip, se sono presenti delle forme d’onda nella registrazione aventi un picco che porta alla distorsione, editare le take
( performance dei musicisti ), scegliendone la migliore, in quanto prima di chiudere la registrazione di uno strumento, generalmente vengono fatte eseguire almeno 3 o 4 ripetizioni della stessa take, cosi attraverso l’editing con un software ad esempio (PRO TOOLS ), si può scegliere la migliore ed eliminare quelle più scadenti, o addirittura prendere take di una traccia e inserirla in un'altra, se la performance è stata eseguita bene in un punto ad esempio della prima registrazione, e bene in un secondo punto della terza registrazione, e tutte quelle correzioni che portano ad un’ulteriore miglioramento della qualità e dell’ascolto, al raggiungimento del mix desiderato dal fonico, in concordo con l'artista e il produttore.

I software e hardware di Editing come anche quelli di Registrazione, devono essere i più precisi e qualitativamente migliori, devono poter lavorare sul segnale audio, processandolo e modificandolo quando voluto, il più precisamente e linearmente possibile

Ad oggi con la digitalizzazione del suono, si necessita, per avere la migliore qualità possibile di registrazione, convertitori A/D – D/A ( analogico – digitali ) - ( digitali – analogico ), generalmente interni al processore stesso, ( computer o interfacce audio ), ma a volte anche esternamente, di altissima qualità, per non incombere in errori di conversione e di degrado del segnale, oltre che aggiunta di rumori non voluti.  Ovviamente anche tutto il resto del bagaglio strumentistico di uno studio, dovrà essere il più qualitativo e fedele possibile, per ottenere il miglior suono voluto. ( dal mixer, passando per cavi, microfoni, outboard e diffusori ). 
In fine il tecnico, dovrà riascoltare ogni singolo suono pre-registrato e andarlo se necessario, a modificare, al fine di renderlo più piacevole possibile all’ascolto, basandosi sempre sul fatto che poi il mix completo sarà e verrà ascoltato anche da altre persone con un loro orecchio. 

Una volta editato, si passa alla fase di mixaggio, in cui ogni strumento attraverso il mixer audio, verrà miscelato insieme agli altri, aggiungendo il processamento se necessario, con strumenti che ne variano la dinamica, lo spettro in frequenza e gli effetti per ricreare ambienti immaginari e definire la posizione degli strumenti nello spazio immagine, in modo che quando il pezzo verrà ascoltato, si avrà una sensazione di collocamento degli strumenti, ognuno in una posizione come se stessimo vedendo l’esecuzione stessa. 
Questa tecnica è molto utilizzata nelle registrazioni di musica classica, tramite il posizionamento corretto dei microfoni, e poi successivamente in studio, con minime correzioni se necessarie.

I software digitali su computer, aiutano molto il tecnico audio, e ne velocizzano il lavoro, in quanto, quando viene inserito un campione audio dentro il programma, viene data a noi una visualizzazione grafica relativa alla forma d’onda, con precisioni che possono arrivare, nell’ordine del campione ( frazione di secondo dipendente dalla qualità di registrazione digitale ). 
Questo ci consente di lavorare alla perfezione sul materiale. Una volta invece, utilizzando dispositivi puramente analogici e registrazioni multitraccia su nastro magnetico, l’editing, veniva svolto direttamente sulla pellicola, andandola a tagliare nei punti desiderati, e rincollandola tramite apposite colle, ad altri punti del nastro, in modo da togliere la parte non voluta, o correggere i clip 
( distorsione della forma d’onda udita come rumore ). 
Il metodo di taglio veniva eseguito, tramite apposite guide, generalmente sul multitraccia stesso ( registratore con più di un ingresso ). E poi non c’erano tutti quei sistemi di correzione che abbiamo invece oggi, come i plug-in ( emulatori di processori audio all’interno del software ). 

Molto utilizzati negli studi di mastering, per rifinire qualitativamente il brano.

Una volta mixato il brano ed averlo registrato in stereo o in surround attraverso software appositi come Pro Tools, a seconda dell’applicazione, si riversa il contenuto su cd o dvd o supporti audio di qualità e poi, lo si manda ad uno studio di mastering che provvederà a rifinire il pezzo, e rendere ancora più qualitativo il mix. A volte si possono inviare mix di tracce, oppure un mix completo di tutti gli strumenti e la registrazione della voce a parte, comunque con molte tracce separate si rischia di perdere il proprio mix di partenza, in quanto verrà remixato nello studio di mastering. In ultimo il supporto di registrazione verrà inviato ad una sala di stampaggio che provvederà a realizzare i supporti da mandare in commercio.




Struttura Studio di Registrazione

Uno studio di registrazione, è costituito da una sala regia principale, detta CONTROL ROOM, in cui il tecnico audio, opera le sue manovre di registrazione e mixaggio, a volte può anche essere usata come sala di editing, in cui si lavora con le forme d’onda del segnale. 
Questa sala è tarata acusticamente, per avere la migliore risposta possibile dai suoni emessi dagli altoparlanti, anch’essi tarati, per avere una risposta piatta con il contributo ambientale, attraverso l’ausilio di equalizzatori. 
Sempre nella Control Room, abbiamo la MACHINE ROOM, che è quello spazio all’interno della regia in cui vengono alloggiati gli outboard esterni al mixer ( equalizzatori processori ed effetti ). La Machine Room, è costruita anch’essa per isolare i rumori dei processori, affinché non creino rumore di fondo e disturbi all’interno della regia.       
                               
Vi sono poi SALE DI RIPRESA, in cui vengono alloggiati gli strumenti da riprendere con i microfoni, al fine di registrarli. Sono sale completamente isolate acusticamente, da quella di regia, infatti per comunicare da una control room ad una sala di ripresa, si utilizza il talkback del mixer audio, che manda il segnale   
( la nostra voce ), alla cuffia in testa all’artista, o a volte in monitor di ascolto posti all’interno della sala di ripresa. Queste sale vengono costruite con una loro sonorità, in modo da avere un contributo ambientale naturale. Infatti molto spesso si possono trovare più di una sala di ripresa, proprio per avere più variazioni timbriche di risposta ambientale.


 
In uno studio di registrazione, anche tutto il sistema di condizionamento, luci, e tutte quelle cose che non sono inerenti all’audio, ma sono fondamentali per vivere nello studio, devono essere isolate al fine di non arrecare disturbi e rumori, soprattutto in sala di ripresa, dove il suono registrato, deve essere solamente quello che esce dallo strumento con il contributo della stanza. 
A volte per avere ulteriori sonorità ambientali naturali, si può ricorrere a registrazioni esterne allo studio, in ambienti acusticamente accettabile a quel fine.




Le figure principali che lavorano in uno studio di registrazione sono:

FONICO RESIDENTE: il fonico residente è il tecnico audio dello studio, che può essere il padrone stesso, o il tecnico assunto da quel particolare studio di registrazione.

ASSISTENTE: l’assistente è colui che assiste il fonico residente, nello studio, lo aiuta a posizionare i microfoni, a controllare se tutto funziona correttamente. Ha anche il compito di sistemare cavi, ricablare processori, se ci sono rotture o scablaggi. E risettare gli strumenti se per caso ci sono stati dei cambiamenti non voluti. Molto spesso quando si finisce una giornata di lavoro, per essere sicuri di non perdere tutti i settaggi fatti, si memorizzano attraverso Total Recall del mixer stesso o si fotografa l’intero banco, o se digitale un semplice storing. Una volta finita una sessione di lavoro, il fonico assistente dovrà resettare tutto a zero, in modo da poter iniziare un lavoro dal principio. 

LIBERO PROFESSIONISTA: E’ il tecnico audio che può essere ingaggiato dallo studio per fare quella determinata registrazione, molto spesso viene chiamato in assenza del fonico residente, e a volte è lo stesso artista a sceglierlo.

ARTISTA e TURNISTI: sono gli esecutori delle take che verranno registrate, possono essere i musicisti fissi di una band, ma anche turnisti chiamati a registrare quel determinato pezzo.

PRODUTTORI E ARRANGIATORI: sono i responsabili del corretto svolgimento e funzionamento del lavoro di un artista, molto spesso consigliano il tecnico audio, su come effettuare certi mixaggi, e quale risposta deve dare il brano a chi lo ascolta.

Gli studi di registrazione poi si dividono in Studi Professionali, che sono quelli ad alto guadagno su cui si basano grossi artisti e grosse case discografiche, hanno attrezzature e sale di elevata qualità, costruite proprio per quello scopo. E Home Studio, che sono quegli studi realizzati in ambienti non perfetti, magari su edifici pre-costruiti per altri scopi, in cui la tecnologia non è all’avanguardia, ma che oggi grazie all’avvento del digitale, competono molto, togliendo a volte grande lavoro a studi di livello pro.

 
CENNI BROADCAST
  
Il Broadcast è quell’ambito in cui il suono deve essere trasmesso in più rami, legato ad una visione dell’insieme come nel caso della televisione, o comunque dove si necessita di avere una diramazione di trasmissioni in radiofrequenza 
( radio ). Infatti utilizzando mixer da broadcast, si possono controllare svariate uscite ed avere un routing vero e proprio legato al video, come ad esempio in una regia video, in cui si necessita di sentire l’audio, relativo a quel monitor, che rappresenta la telecamera di messa in onda, cioè il video e l’audio che sentiremo noi dalla televisione di casa nostra. E di permettere la sincronizzazione tra audio e video. Allo stesso modo, inviare segnali a dispositivi che trasmettono in radiofrequenza, per poter essere captati e sentiti, attraverso strumenti come la radio.
Oltre a queste tipologie di lavoro che può fare un tecnico audio, ne esistono altre, come ad esempio lavorare in post-produzione per l’audio nel cinema, e quindi con la sincronizzazione audio per film o cartoni animati. Lavorare in radio, lavorare in sale di doppiaggio, ci possono essere svariati lavori che può compiere il tecnico audio, l’importante è avere una buona preparazione teorica, per poi col tempo farsi una certa esperienza pratica, e specializzarsi nel proprio settore. 

DAVIDE RUIBA ( Sound Engineer )

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