DISPERSIONE SONORA
IN AMBIENTI CONFINATI
Quando
un suono viene diffuso all’interno di un ambiente confinato, esso subirà delle
variazioni nel suo percorso. In un ambiente libero senza ostacoli, il suono si
propaga nell’aria attenuandosi di 6 dB ad ogni raddoppio di distanza, questo per
la resistenza intrinseca dell'aria, anche se in realtà le dimensioni della
sorgente incidono molto sia sulla dispersione che sull’attenuazione a seconda
della frequenza.
In
un ambiente chiuso invece a seconda della quantità di ostacoli che incontra la
nostra onda acustica, il suo decadimento dipenderà oltre che in funzione della
distanza come nel caso senza confini, anche in funzione del tempo. Vediamo
come, cominciando a parlare degli ostacoli cui il suono può incontrare durante
il suo percorso:
Immaginiamo
una parete a cui va incidere la nostra onda acustica, se tale parete presenta
una grossa resistenza, quindi formata da particelle molto più piccole di quelle
dell’aria, nel nostro caso presupponiamo particelle infinitesimamente più
piccole, allora, sarà una parete completamente riflettente, e cioè qualsiasi
onda sonora incidente, ( quindi qualsiasi frequenza ), verrà completamente
riflessa. A questo punto verrà generata una vera e propria onda sonora,
circolante in moto riflessivo secondo un verso di propagazione ben definito.
La legge
di SNELL, scopritore del moto di riflessione acustica, dice che, l’angolo di
riflessione, è pari all’angolo di incidenza, il chè vuol dire che se la nostra
onda acustica incide sulla nostra parete riflettente con un angolo di 30°,
l’onda risultante dalla riflessione avrà lo stesso angolo di incidenza, solo
con moto opposto. ( come si nota anche nella figura soprastante ).
Il
decadimento della pressione sonora anche con punti di riflessione sarà sempre 6
dB, quindi non ci saranno alterazioni di pressione, anche se in realtà la
risonanza stessa della parete e molti altri fattori possono incidere su questo
valore ( si vedranno più avanti ).
Una
parete oltre che un valore riflessivo, può averne anche uno assorbente, e cioè
la capacità di trasformare in calore le variazioni di pressione incidenti.
Questo è derivato sempre dalla dimensione delle particelle che costituiscono il
materiale. Il suono per attraversare un materiale deve porre in vibrazione le
particelle che costituiscono il materiale stesso, cosi da avere una
propagazione, solamente che invece di essere una propagazione per via fluida,
sarà per via solida, con le relative leggi di acustica.
Se la densità
delle particelle della nostra parete solida, coincidono circa a quelle
dell’aria, la pressione che attraversa il materiale, da prima con massima
intensità, andrà via via ad attenuarsi, in quanto le particelle del solido,
opporranno una forza di inerzia alla loro vibrazione, cosi da attenuare il
suono trasformandolo in calore.
Mentre
se le particelle sono molto meno dense di quelle nell’aria, vi sarà una
trasmissione del suono, e quindi se la parete divide due stanze, il suono
presente in una stanza attraverserà la nostra parete e si diffonderà anche
nella stanza adiacente. Un altro fattore di trasmissione può essere derivato
dalla massa mobile, e cioè una frequenza generalmente con valore energetico
rilevante, come le basse frequenze che incidendo sulla parete, la pongono in
vibrazione, cosi che tale parete si comporti da diffusore passivo verso la
stanza adiacente. Per evitare questo fenomeno, la massa complessiva della
parete deve essere il più grande possibile rispetto alla massa d’aria spostata,
e quindi suono, incidente su di essa.
In
genere i materiali di comune utilizzo, hanno valori misti, quindi una certa
percentuale di riflessione, una di assorbimento e una di trasmissione.
Tali
valori, per avere una visione semplificata dei concetti, vanno da 1 a 0. Es. se
la nostra parete a valore 1 di riflessione, significa che è completamente
riflettente, quindi avrà valore 0 di assorbimento e trasmissione. Se invece a
valore 0, non riflette alcun suono, ma li assorbe e/o trasmette tutti o in
percentuale.
La
frequenza gioca un ruolo fondamentale, in quanto la caratteristica di un
materiale dipende fortemente da essa. Frequenze alte, quindi con veloci
transienti e grande direttività, potranno facilmente essere controllare sui
valori di riflessione e assorbimento. Mentre basse frequenze, faranno calare le
prestazioni dei materiali, in quanto riescono date le loro piccole variazioni
di stato nel tempo, e di valore energetico, ad attraversare facilmente un
materiale, mentre è quasi impossibile da esse ottenere una completa riflessione.
Tempo
di Riverbero
Venendo
al caso più semplice, immaginiamo una stanza di n dimensioni, circondata da
pareti completamente riflettenti:
Poniamo
una sorgente al suo interno e un ricevente ad una certa distanza da essa, se
inviamo un impulso sonoro dalla sorgente, questo impulso comincerà a propagarsi
nell’ambiente, quindi vi sarà un suono che arriverà con un tempo t1 diretto
alla sorgente, e più suoni che arriveranno con tempi tx differenti a seconda
del numero di riflessioni che incontrano.
Tali suoni ovviamente avendo percorso
maggiore distanza, avranno una pressione sonora inferiore percepita dal
ricevente rispetto a quella diretta in quano percorrono una distanza maggiore.
Sappiamo
però che due frequenze se si trovano nello stesso spazio, nello stesso tempo,
vanno ad interferire, quindi ciò che gioca a nostro sfavore, soprattutto se la
stanza non è acusticamente tarata, attraverso l’utilizzo di appositi materiali
di correzione acustica, 2 dei quali li analizzeremo tra poco, è il fatto di
trovarsi a percepire questo suono in una zona della stanza in cui vi sia, o una
completa cancellazione di fase o in una zona di interferenza costruttiva, se quest'ultima
ha intensità molto maggiore, derivata dalle varie somme di frequenze riflesse,
anche con la stessa onda diretta, rispetto al valore di pressione dell’onda
acustica diretta verso il ricevente, si percepirà una direzione di provenienza
del suono errata, in quanto uno dei principali aspetti su come localizziamo il
suono è proprio la differenza di ampiezza. Questo è il caso delle basse
frequenze, in quanto avendo periodi molto più lunghi è più facile che
interferiscano, rispetto a cicli veloci come le alte frequenze.
Un'altra
problematica come appena accennata, è il ritardo, se l’onda riflessa dalle
pareti arriva con un ritardo contenuto al ricevente, rispetto a quella diretta
( generalmente 30 - 40 ms per le basse frequenze ), tale suono verrà percepito
come un riverbero, e quindi un suono che presenta una coda sonora, quindi
immaginiamo il nostro impulso, una volta spenta la sorgente, il suono non si
arresterà istantaneamente, ma sarà udibile il suo decadimento nel tempo,
causata dalle continue riflessioni, che ne determineranno il tempo di
riverbero, ovviamente tanto maggiori saranno gli ostacoli riflettenti, e tanto
maggiore sarà il tempo di riverbero.
Mentre
se i ritardi saranno maggiori, come nel caso di ampi spazi, esempio chiese e
grandi camere, si percepirà anche un delay, quindi un eco, un suono che si ripete
nel tempo a seconda del numero di ritardi che presenta. Questo parametro deve
essere il più possibile eliminato, se non utilizzato per scopi creativi, in
quanto può rendere la percezione della sorgente che emette un suono poco
intelligibile, quindi poco chiara.
Attraverso
calcoli e strumenti di misura, è possibile identificare il riverbero ed eco presente
in una stanza al fine di correggerlo se necessario, in modo da rendere la
stanza la più intelligibile possibile, ove si necessiti di diffondere un
qualsiasi programma audio.
Generalmente
il tempo di riverbero è calcolato in T60, e cioè il tempo necessario al suono
per decadere di 60 dB una volta spenta la sorgente. Luoghi al coperto adibiti a
concerti audio, secondo norme di legge dovrebbero avere un T60 di circa da 0,7
a 1,5 ms ( per discoteche e musica amplificata ), tali valori sono tenuti conto
utilizzando un impulso di segnale a 1 khz e a volte anche a 500 hz. In quanto è
la banda più critica di ascolto, e cioè quella in cui viaggiano le frequenze
vocali, e poi perché è molto complesso gestire e riuscire a tarare una stanza
con tempi di riverbero differenti a seconda della frequenza, comunque esistono
anche valori su altre frequenze, minore sarà la frequenza presa in esame e
leggermente maggiore può essere il tempo di riverbero consentito. Per grandi
camere, chiese e palazzetti, sono consenti T60 pari a 2 – 3 secondi.
In campo
musicale, si tiene molto più conto del T10, e cioè un decadimento di 10 dB, in
quanto è molto più piacevole al nostro sistema uditivo, sentire mix tra suoni
che abbiano generalmente un breve tempo T10, più che un T60, il quale miscela
maggiormente i due suoni. Questo T10 quindi, consente di mantenere grande
intelligibilità musicale.
Torniamo
ai nostri materiali, in quanto c è da chiarire una grande distinzione fra le
tipologie di materiali in commercio, ne esistono di 2 tipologie fondamentali a
seconda del loro scopo di utilizzo:
1.
Materiali
Isolanti
2.
Materiali
Assorbenti
I
materiali Isolanti, hanno lo scopo di non fare passare il suono che incide su
di essi, al fine ad esempio di insonorizzare ambienti e di creare meno disturbi
possibili all’ambiente vicino. Tali materiali vengono costruiti e testati
inviando un rumore ( generalmente MLS ), generato da una sorgente da un lato
del pannello, e dall’altro lato dopo che il pannello è stato completamente
isolato, quindi realizzato un vero e proprio muro, in modo che il suono non
possa prendere altre vie di propagazione, se non quella attraverso il
materiale, per ottenere una più accurata rilevazione, viene posto un microfono
di misura.
Con esso si rileva la capacità del materiale di isolare
acusticamente ad esempio una stanza da un’altra, anche l’isolamento dipende
fortemente dalla frequenza, quindi frequenze basse saranno più difficilmente
isolate rispetto a quelle alte, si dovranno perciò attuare altri metodi molto
validi.
Tutte le misure di assorbimento, riflessione e trasmissione, vengono effettuate
in camera riverberante, ( un ambiente che si avvicina molto all'idealità di ottenere
un riverbero continuo infinitesimale, sono
comunque ambienti reali in cui il riverbero si mantiene per una ventina di secondi.
).
In
genere i materiali isolanti aventi maggior efficienza faticano a superare i 60
dB di isolamento sulle basse frequenze.
Da come
si nota, si deduce che quindi un materiale isolante sarà fortemente assorbente
e/o riflettente, per cui all’interno della stanza in cui si ha la propagazione
dell’onda acustica vi sarà un’alterazione della risposta a seconda della
tipologia di materiali utilizzati come fono isolamento, molto spesso sgradita
all’orecchio, in quanto si andrà ad alterare il tempo di riverbero.
Per cui,
si necessita di ulteriori materiali, chiamati materiali fono-assorbenti, che
hanno il compito di dare all’ambiente in cui si propaga l’onda sonora il giusto
equilibrio.
Allo stesso modo molto più realistiche nella vita di tutti i giorni,
possiamo trovare stanze con troppo riverbero, dunque applicando la giusta quantità ti materiale assorbente, scegliendo quelli più adatti ai nostri scopi, basandoci sulle indicazioni date dalle caratteristiche tecniche dei pannelli, con qualche calcoletto in più, a volte molto complesso, andremo a regolare il tempo di riverbero all’interno della nostra stanza come da norma, in modo che il suono propagato non risulti né troppo secco, né troppo confuso, ma piacevole.
Generalità
sui Materiali
Pannelli
Altamente Porosi: hanno piccole densità di particelle, molto spesso sono
utilizzati come copertura frontale dei diffusori acustici per prevenire
l’immissione di polvere all’interno degli altoparlanti. Possono considerarsi
completamente trasmittenti.
Pannelli
Porosi: celle leggermente più dense, riescono ad assorbire perfettamente
medio-alte e alte frequenze, ma scadenti sulle medio-basse e basse.
Pannelli
Branti: materiali molto densi, presentano risonanze di assorbimento soprattutto
alle basse frequenze.
Pannelli
Forati: pannelli densi con un gran numero di aperture, di varie dimensioni,
questo causa risonanza all’interno del pannello stesso. Materiali ideali per
l’assorbimento alle medio-basse frequenze.
Infine c
è da dire che i materiali acustici, hanno un grado di protezione agli incendi,
come da normativa iso, tale grado presenta un valore da 0 a 5, se un materiale
ha valore di protezione alla propagazione del fuoco pari a 5, significa che è
completamente ignifugo, mentre quelli a 0 sono materiali propaganti la fiamma.
FENOMENI DI DIFFRAZIONE E
RIFRAZIONE
La
diffrazione, si verifica quando alla propagazione di un suono viene interposto
un ostacolo di dimensioni n in rapporto con la lunghezza d’onda del suono
incidente, andando cosi a modificarne la dispersione.
Lo stesso
per un’ostacolo avente un’apertura di dimensioni n.
Es.
supponiamo che la nostra onda acustica, nel suo cammino, incontri un ostacolo
di dimensioni maggiori rispetto alla più bassa frequenza presa in esame e
completamente riflettente, avente un’apertura centrale di n metri.
Finché la lunghezza d’onda della frequenza rimane inferiore
all’apertura, tale frequenza non subirà alterazioni e passera al lato opposto.
Mentre se inciderà sull’ipotetico pannello, verrà riflessa.
Mentre se la lunghezza d’onda è maggiore, oltre a presentarsi
riflessioni per l’onda che incide sul pannello riflettente, dal lato opposto vi
si ripresenterà una nuova forma d’onda, che avrà la stessa frequenza, ma con
direzione di propagazione differente, dettata dagli spigoli del pannello, in
quanto questi risulteranno alla propagazione dell’onda come una nuova sorgente
acustica. Tale propagazione in un contesto generico può considerarsi
omnidirezionale alle basse frequenze, per questo in prossimità di spigoli in
cui si verificano fenomeni di diffrazione si trovano facilmente punti in
controfase si segnale. Perciò quando si utilizzano microfoni per la ripresa di
strumenti audio, mai posizionarli vicini a spigoli di diffrazione.
Nel caso opposto immaginiamo un ostacolo completamente riflettente,
posto in mezzo alla nostra onda acustica:
Finché la nostra onda ha una
lunghezza d’onda inferiore all’ostacolo, essa verrà riflessa.
Mentre se la lunghezza d’onda è molto maggiore, si creerà una zona
d’ombra subito attorno all’ostacolo, un motivo ancora in fase di studio e
ricerca, si ritiene però che queste contro fasi generate, siano derivate dalla
resistenza acustica del mezzo, che pone in controfase l’onda incidente, dalle
riflessioni opposte al verso di propagazione.
La rifrazione invece, è quel fenomeno che porta un’onda acustica,
come anche un’onda luminosa, a variare il suo percorso quando incontra
differenti stati di densità delle particelle.
Ad esempio, quando un suono attraversa un materiale, le sue
proprietà vengono alterate dalla densità di particelle che compongono il
materiale, quindi il suono subirà una certa variazione data dalla velocità di
propagazione che viene alterata, più molti altri fattori. Questo comporterà in
uscita dal materiale, la stessa onda acustica, ma con verso di propagazione
differente a quella incidente, tale verso è molto complesso e difficilmente lo
si riesce a prevedere.
Prendendo per esempio l’aria, quindi il caso più comune in cui ci
troviamo a lavorare quando tariamo e progettiamo sistemi di altoparlanti P.A.
per l’ascolto al pubblico, la rifrazione è causata e molto presente, quando vi
sono cambiamenti di temperatura. In un breve concetto, si può definire che il
suono, tende sempre a propagarsi ove “ fatica di meno “, quindi dove la
velocità tende a calare, quindi verso zone fredde.
Ad esempio se la nostra sorgente sonora si trova a terra, e la
propagazione del suono avviene verso l’alto in cui l’aria comincia a scaldarsi
gradualmente avremo:
Come si nota, il cambio di stato crea una rifrazione sulla nostra
onda acustica, andando a modificare la propagazione, fino ad un punto massimo,
in cui il suono viene invertito di fase e torna indietro, verso la nostra zona
fredda.
Questo fenomeno in amplificazione live in spazi aperti, è da tenere
conto, in quanto vi possono essere interferenze di fase tra un’onda diretta
verso un ricevente, e un’onda rifratta.
Infine analizziamo alcuni aspetti che possono esserci di aiuto per
capire meglio le trattazioni sugli argomenti che seguiranno.
Camera
Anecoica
È una stanza acusticamente tarata, in cui vengono fatte misure su
strumenti quali microfoni, altoparlanti e qualsiasi struttura ricevente o
diffondente un suono, in modo da ottenere una misura la più qualitativa e
precisa possibile, senza interferenze dell’ambiente esterno. Infatti tale
stanza è costruita per avere un tempo di riverbero prossimo allo 0. In quanto
lo 0 assoluto è praticamente inarrivabile.
Camera
Semi-Anecoica o Semi-Riverberante
Stanza simile a quella anecoica, ma con il pavimento riflettente,
anch’essa utilizzata in particolari misure acustiche.
Camera
Riverberante
Stanza completamente riverberata, per studi sui fenomeni e
interferenze del riverbero. Il massimo raggiunto supera di poco i 20 secondi di
riverbero.
RUMORI
Il rumore di questa trattazione, non è quello a cui
siamo abituati a sentire, ma è uno sviluppo in frequenza ben controllato al
fine di sfruttarlo per realizzare test su macchine audio e trasduttori
acustici.
Tali rumori nascono con l’avvento dei computer, e
via via sono andati sempre a migliorarsi, in quanto la tecnologia a permesso di
sfruttare macchine sempre più potenti. Infatti questi rumori sono generati ad
oggi attraverso appositi circuiti elettronici, tanto maggiore sarà la capacità
e la memoria del processore nel generare tale rumore, e tanto migliore avrà il
suo aspetto e quindi tanto migliore sarà la nostra misura.
Vediamo quindi quali sono i principali tipi di
rumore utilizzati in ambito audio al fine di tarare strutture e impianti:
Esistono
5 tipologie fondamentali di rumore sfruttabili in analisi di comune utilizzo:
BIANCO ( fig. a ), ROSA ( fig. b ), MARRONE ( fig. c ),
MLS ( fig. d ) , Risposta
all'Impulso. ( IR ) ( fig. e ).
a.
White Noise
b.
Pink Noise
c.
Brown Noise
Il Rumore Bianco, come si vede dalla fig. a, distribuisce lo stesso
valore energetico ad ogni ottava., a livello di ascolto, avremo
che al crescere d’ottava vi sarà anche una maggiore percezione energetica, (
molto forti le alte, molto attenuate le basse ). Viene
sfruttato per rilevare la linearità dei vari dispositivi meccanici,
elettrodinamici, elettrostatici e magnetici, come ad esempio, microfoni,
circuito elettrico degli altoparlanti, processori di segnale, amplificatori,
mixer audio ecc… comunque sempre in ambito elettrico.
In quanto, si riesce
facilmente a vedere, se il sistema in cui circola il segnale all’ingresso,
provoca alterazioni della risposta in uscita, quindi non più lineare.
Il Rumore Rosa, grafico di fig. b, ha una distribuzione energetica con
attenuazione di 3 dB al raddoppio d’ottava, per arrivare alla linearità di
ascolto. Lo si utilizza per tarare la risposta in frequenza degli impianti audio, al fine di avere un ascolto il più lineare possibile, compensando le componenti distorsive che vanno ad alterare la risposta in frequenza lungo tutta la catena audio, quindi dal microfono, agli strumenti correttivi, al mixer, agli amplificatori e impianto audio. ( Si vedrà più avanti il metodo di utilizzo di questo tipo di rumore )
Il Rumore Marrone ( fig. e ), scarsamente utilizzato in ambito di
rilevazione, ma esistente, ha un andamento che segue un’attenuazione di 6 dB al
raddoppio d’ottava. Può essere sfruttato come metodo di paragone a puro scopo
di confronto con il rumore rosa.
d. MLS ( Sequenza di Impulsi )
MLS ( Maximum Lenght Sequences ), figura d, utilizzata per rilevare la risposta ambientale, ad esempio calcolo di riverbero ed eco. Vengono inviati dalla sorgente una serie di impulsi di breve durata ms, di un segnale complesso, per poi essere rilevati da un apposito strumento di misura come fonometro che ne calcola i vari valori ambientali.
MLS è l'evoluzione della IR
e. IR ( Singolo Impulso )
IR, figura e, Impulse Responce, è una variante dell' MLS per il calcolo acustico ambientale. Invece che essere una sequenza di impulsi è a singolo impulso.
DAVIDE RUIBA ( Sound Engineer )
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